“Dobbiamo essere consapevoli delle piccole abitudini quotidiane che reclutano i nostri sentimenti e diventano idoli in modo tale da finire per servire altri dei”. 
– Jon Tyson

Come la società ci conforma a sua immagine?

Molto semplicemente, un costante bombardamento quotidiano. Piccoli input persistenti che lentamente (ma non troppo) modellano il nostro pensiero e di conseguenza il nostro comportamento. 

Il filosofo francese Michel Foucault ha chiamato questa “formazione”: la normalizzazione dell’individuo. 

Analizziamo velocemente alcuni di queste “forze formative”:

– Media: i media sono pervasivi, riversano concetti e idee nelle nostre vite, la maggior parte delle quali contraddice il “lifestyle” di Gesù.  Ciò che un tempo era considerato sacro è stato trasformato in intrattenimento.  Nella maggior parte dei media, la verità è stata ridotta a morsi sonori e il sensazionale sovrasta il sostantivo.

– Marketing: Si stima che in un solo anno della nostra vita vediamo più pubblicità di quante ne vide qualcuno 50 anni fa in una vita intera.  Noi stessi siamo stati marchiati.

– Economia: impariamo dai subito che di più è meglio e meglio non è mai abbastanza.  Trascorriamo gran parte della nostra vita cercando di acquisire cose ed esperienze per sentirci bene con noi stessi.  Il valore supremo della vita è quanto possiamo acquisire. Il successo è definito da una frase: “non mi basta, voglio di più”.

– Sessualità: il messaggio della nostra cultura è che il sesso è puramente fisico e che finché nessuno viene ferito, le persone possono determinare le proprie pratiche sessuali.  L’ascesa della pornografia ha portato il sesso fuori dalla camera da letto e lo ha trasformato in una forma di intrattenimento.

– Religione: tutte le religioni sono viste come uguali e valide e affermare che una è vera e le altre no, è tradimento culturale.  L’unica convinzione che puoi sostenere con convinzione è che non esiste una verità vera per tutti.

– Immagine di sé: l’idolatria di sé è andata così lontano che le persone sono in grado di parlare senza ironia della “mia verità”, come se la loro preferenza o prospettiva creasse in qualche modo una realtà oggettiva.

Il Vangelo in molti modi ci aiuta a identificare questa formazione culturale in atto nella società ma anche nella nostra vita un post alla volta, un reel alla volta, un Tiktok alla volta, una pubblicità alla volta, una serie TV alla volta. 

PRATICHE SPIRITUALI

Dobbiamo esercitare pratiche spirituali che modellano la nostra vita piuttosto che permettere alle norme culturali di scolpirci.  

É facile pensare che ciò accada solo grazie all’informazione: se convinciamo le persone a credere alle cose giuste, allora vivranno nel modo giusto.  Gli autori del libro “Kingdom Ethics” espongono questo errore chiaramente:

“Un più sofisticato e comune travisamento della teologia può essere chiamato “dottrinarismo”. Con questo intendiamo un approccio alla missione della Chiesa, che pone l’accento sull’attenta elaborazione di rigide formule dottrinali come cuore dell’impresa cristiana. Questo è stato caratteristico di molti rami della chiesa. La sana dottrina (ortodossia) è accuratamente enfatizzata, mentre il sano vivere (ortoprassi) è completamente trascurato. Il dottrinarismo priva la chiesa della serietà etica per pura negligenza, immaginando che chiamare Gesù “Signore, Signore”, nella lingua giusta, porterà in qualche modo all’ingresso nel regno dei cieli”.

Siamo circondati da una grande quantità di contenuti biblici: app, studi, video, podcast, libri, prediche ecc., c’è così tanto che potremmo essere tutti obesi di contenuti cristiani.  Come predicatore, creo spesso contenuti di questo genere, ma l’informazione deve essere abbinata alla pratica.

La pratica ha bisogno di un’intensa riflessione che spero di esprimere in un prossimo articolo e libro (in modo approfondito) che Dio ha messo nel mio cuore.

Non mi resta che dire: “non normalizzarti”!

Dio ci benedica,
Antonio Morra

Inspirato dal libro Creative Minority di Jon Tyson

Foto: unsplash