❤️‍🔥 Credo fermamente che oggi più che mai abbiamo bisogno di attuare queste 7 transizioni nel ministero cristiano per i giovani e gli adolescenti.

Ci sarebbe molto da approfondire (e spero avremo modo di farlo nelle sedi opportune), ma iniziamo con queste riflessioni brevi e non esaustive.

1. MENO CELEBRITÀ, PIÙ AUTENTICITÀ

I giovani non cercano più leader che sembrano irraggiungibili. Vogliono relazioni vere, genuine. Non è il carisma o l’apparenza che li attira, ma la trasparenza e la sincerità. Hanno bisogno di guide che camminano nella stessa direzione, che non si vergognano di mostrare le loro lotte, ma che le affrontano con fede.

2. MENO VELOCITÀ, PIÙ PROFONDITÀ

Viviamo in un mondo che corre, dove tutto è istantaneo. I giovani stanno riscoprendo il valore della lentezza, della meditazione, della riflessione profonda sulla Parola di Dio. Il ministero ha bisogno di spazi di silenzio, di preghiera, di tempo passato ai piedi di Gesù.

3. MENO EVENTI, PIÙ COMUNIONE

Gli eventi sono utili, ma non sostituiscono la vera comunione. I giovani vogliono appartenere a una famiglia spirituale, dove sentirsi conosciuti e amati. La Chiesa non è uno show o uno spettacolo, ma una comunità dove condividere le gioie e le sfide della vita.

4. MENO EMOTIVITÀ, PIÙ PASSIONE

Le emozioni sono importanti, ma non sono sufficienti a sostenere la fede nei momenti difficili. I giovani cercano qualcosa di più profondo di una semplice esperienza emotiva: cercano una passione autentica per Cristo che li spinga a vivere una vita di discepolato radicale.

5. MENO MONOLOGO, PIÙ DIALOGO

In passato, il ministero giovanile era spesso unidirezionale: leader che parlano e giovani che ascoltano. Oggi, però, i giovani vogliono essere coinvolti, ascoltati, e avere uno spazio per esprimere i loro dubbi e le loro domande. La fede cresce nel confronto e nella condivisione.

6. MENO INFLUENCER, PIÙ AMICI

In un’epoca in cui gli influencer dominano i social, i giovani stanno riscoprendo il valore delle amicizie vere. Hanno bisogno di guide che non siano solo “esperti” ma veri amici, pronti ad accompagnarli nei momenti bui, a celebrare con loro i traguardi, e a pregare con loro nei momenti di incertezza.

7. MENO FORMALITÀ, PIÙ SPONTANEITÀ

Molti giovani oggi si sentono disconnessi da contesti troppo formali e rigidamente strutturati. La formalità, se da un lato può trasmettere un senso di rispetto e serietà, dall’altro rischia di far apparire la fede come qualcosa di distante e inaccessibile. I giovani desiderano uno spazio dove possano essere se stessi, senza dover indossare una “maschera” o sentirsi giudicati.

Riflessione conclusiva

Il ministero giovanile richiede un ritorno all’essenziale. È un cambiamento che non si basa sul fare di più, ma sull’essere di più: essere presenti, essere sinceri, essere discepoli di Gesù. Solo così potremo vedere una nuova generazione che non solo crede, ma vive la fede in modo radicale, contagioso e trasformante.

Dio ci benedica,
ANTONIO MORRA