1. Il matrimonio non ti aggiusta. Ti rivela.

Molti si sposano sperando che l’amore dell’altro li guarisca, li completi, li renda finalmente “a posto”.

Il matrimonio espone tutto ciò che hai nascosto o ignorato da single: paure irrisolte, ferite interiori, egoismi, desideri disordinati, dipendenze, concupiscenze… Quello che da solo riuscivi a mascherare, nella quotidianità dell’intimità matrimoniale viene a galla.

2. Il matrimonio non risolve la solitudine.

Puoi essere sposato e sentirti comunque profondamente solo. La vera compagnia nasce da un cuore già in pace con sé stesso e radicato in Cristo.

Se non impari a coltivare relazioni sane e amicizie profonde da single, rischi di chiedere al matrimonio ciò che solo una comunità e una comunione con Dio possono dare.

3. L’amore non è solo un sentimento, è una scelta

L’innamoramento, per quanto bello, è temporaneo: dura pochi mesi.

Poi inizia la vita reale. È lì che entra in gioco l’amore vero. Non sempre lo sentirai, ma puoi sempre scegliere di amare.

Amare quando sei stanco. Amare quando sei deluso. Amare quando non ti senti ricambiato.

Non si tratta di “seguire il cuore”, ma di guidarlo.

4. Comunica chiaramente. Il tuo partner non legge i pensieri.

Non aspettarsi che l’altro “capisca da solo”. “Se mi ama davvero, lo capirà”.

Ma l’amore non dà poteri magici. Il silenzio non risolve. Crea distanza. Le cose non dette diventano tensioni. Comunicare bene è scegliere il momento giusto. 

Parlare con rispetto. Usare parole chiare. Ascoltare davvero. 

Molti conflitti nascono non da “grandi problemi”, ma da piccoli malintesi mai chiariti.

5. Non sposi solo una persona, sposi anche la sua famiglia.

Il matrimonio è l’incontro tra due mondi, due storie, due culture familiari spesso molto diverse.

Ci saranno momenti in cui ti scontrerai con abitudini che non comprendi, con comportamenti che sembrano “normali” per l’altro ma del tutto strani per te.

Accogliere con amore e rispetto è fondamentale. Ma stabilire confini sani è altrettanto necessario. Imparare a onorare i genitori senza permettere loro di controllare.

6. Il perdono non è opzionale. È quotidiano.

Il matrimonio unisce due persone imperfette.

Due che si feriscono. Serve perdonare per continuare ad amare nelle cose piccole e ripetute.

Non lasciare che il risentimento abbia l’ultima parola. Costruisci ponti. Allo stesso tempo, imparare a chiedere scusa è fondamentale.

Chi ama dice sinceramente “Mi dispiace. Ho sbagliato.”

Il perdono non significa dimenticare o approvare, ma scegliere di non far pagare all’altro l’offesa, e di non rinfacciarla come arma.

7. L’intimità non è solo fisica. È spirituale.

Viviamo in una cultura che confonde l’intimità con il sesso. 

L’intimità vera in un matrimonio non nasce dalla pelle, bensì dall’anima.

La vera intimità si costruisce negli occhi, nel cuore, nel tempo speso in ascolto. Il ses*o è importante, ma è il frutto di una relazione nutrita spiritualmente.

Senza cuore e senza spirito, l’intimità fisica si svuota.

8. Il matrimonio è un laboratorio di santificazione.

Il matrimonio non è stato progettato solo per “farci felici”.

È un contesto creato da Dio per formarci, trasformarci, purificarci, renderci giorno dopo giorno più simili a Gesù.

In un mondo che insegna a lasciare tutto ciò che ci “appesantisce”, il Vangelo ci insegna a perseverare, a crescere nel mezzo del limite dell’altro e del nostro.

Il matrimonio ti insegna a morire a te stesso: al tuo orgoglio, alle tue pretese, al bisogno di avere sempre ragione.

9. Continua a corteggiare anche dopo il “sì”.

Il matrimonio non è la fine della conquista, ma l’inizio di un corteggiamento più profondo.

L’amore non si mantiene da solo: ha bisogno di cura, iniziativa, creatività. Corteggiare non è solo romanticismo. È comunicare: “Ti scelgo ancora. Ogni giorno. Sei importante per me.”

Non smettere mai di scoprire il cuore dell’altro. C’è sempre qualcosa di nuovo da amare.

Dio ci benedica,
Antonio Morra