L’aborto volontario uccide il futuro e il potenziale di una persona.
Chi sopprime il figlio o la figlia che ha nel proprio grembo priva il mondo di una vita, di una persona, di un essere unico ed irripetibile, che magari potrebbe dare molto alla società.
Religión en Libertad riporta la magnifica storia di Céline Dion. La star è l’ultima di quattordici figli ed è sopravvissuta grazie all’intervento di un uomo di chiesa.
Nel 1967, sua madre Teresa dopo ben 13 gravidanze, pensò di abortire, perché non poteva “permetterselo”. Teresa si confidò con un uomo di chiesa che la consiglio di rifiutare la morte e quindi accettare la vita come dono di Dio.
il 30 marzo 1968 nasce Céline Dion…il resto è storia!
Cèlin ha confessato di dovere la vita a chi combatte per la vita nonostante tutto.
Cosa sarebbe successo se Teresa fosse andata in un nostro attuale consultorio?
L’eventuale aborto della madre di Céline sarebbe stato senza dubbio ritenuto legittimo per ragioni socio-economiche o anche per motivi di salute psichica. E questo accade perché la nostra società è sempre di più imbevuta di individualismo, sicché una donna incinta ed in difficoltà, invece di essere aiutata e sostenuta dalla comunità, viene abbandonata a se stessa.
Oltretutto, nella fattispecie, se Teresa avesse abortito oggi non potremmo godere della splendida voce di Céline Dion e di canzoni come “My heart will go on“. Lo stesso dicasi di Beethoven, anche lui inizialmente non voluto da sua madre a causa della povertà in cui versava. Ma la soluzione non è mai uccidere un innocente.
La paura e le difficoltà sono sempre momentanee e ci può essere sempre un cambiamento improvviso che migliora la propria condizione. La vita umana, invece, è unica e insostituibile: una volta soppressa, su questa terra non può più essere ricostruita.