Ciao a tutti,
Oggi continuiamo il nostro discorso sull’esistenza di Dio e l’analisi di una possibile vita senza di Lui. (per leggere la prima parte: clicca qui)
Se la vita finisse dopo la morte, allora non farebbe nessuna differenza se la nostra condotta è stata compassionevole come Madre Teresa o crudele come Hitler. Se la morte è la nostra destinazione finale, allora possiamo vivere secondo il nostro ego, soddisfacendo ogni piacere e desiderio solipsista*.
Come Dostoevskij scriveva:
“Se non esiste l’immortalità, allora tutto è permesso”.
Se non esiste l’immortalità, saremo tutti costretti a vivere egoisticamente, non ci sarebbe tempo per pensare al bene degli altri, ci restano pochi anni di vita da godere prima di scomparire per sempre.
La conclusione di questo ragionamento non cade solo sulla nostra condotta ma anche sul nostro modo di percepire i valori morali che caratterizzano il bene e il male di una società.
Senza Dio non possono esserci dei valori veri, tutto diviene soggettivo, non esiste più moralità. Il valore morale diviene solo una componente di misera preferenza che cambia da persona a persona.
In un mondo senza Dio chi può mai giudicare la vita di Hitler peggiore di quella di Madre Teresa? Chi decide cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Senza una legge che trascende il tempo, non può esserci una vera moralità. Un mondo senza una moralità divina, è un mondo terribile…un mondo “made in Auschwitz”.
*Solipsismo, dal latino solus (“solo”) ipse (“stesso”); ovvero, “solo se stesso”. L’atteggiamento per cui un singolo individuo accetta la sua sola esistenza e non quella degli altri enti, siano essi uomini o cose.
Il mondo esterno al soggetto che considera il solipsismo diventa così un mondo di sole idee e fenomeni creati dalla propria e unica coscienza.
A Presto
Tony